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Pulse AI per Kineton: ascolta, trasforma, agisce

By 11 Settembre 2025No Comments

E se la diretta potesse capire di cosa si sta parlando mentre se ne parla?

Pulse AI è un servizio pensato per broadcaster che identifica in tempo reale i topic all’interno di talk show, dibattiti e programmi live, trasformandoli in momenti di interazione immediata con il pubblico. Funziona come un “motore di ascolto” nel backend dell’emittente e invia al volo sondaggi, quiz, approfondimenti e reazioni alle app TV, web e mobile tramite il suo SDK.

Immagina un talk show in prima serata. I toni si accendono, gli ospiti rilanciano, i conduttori cercano il ritmo giusto. A casa, il pubblico commenta sui social, annuisce, spazientisce, si appassiona. In quel momento, una domanda domina le altre: di cosa stiamo parlando, davvero, in quel momento?

Pulse nasce per trasformare quella domanda in una risposta in tempo reale, con un obiettivo semplice e ambizioso: aiutare i broadcaster a “sentire” il programma mentre accade, a riconoscere i temi che emergono e a tradurli in azioni editoriali e interazioni che rendono la diretta più viva, più coinvolgente, più misurabile. È un servizio pensato per chi fa televisione e radio, per chi produce dibattiti, talk, eventi live e podcast, e vuole che la conversazione non si esaurisca in studio ma si estenda, in modo elegante e pertinente, agli schermi degli spettatori.

Pulse si comporta come un assistente discreto: mentre il dialogo scorre, il sistema individua gli argomenti e riconosce chi o cosa viene chiamato in causa con maggiore frequenza. Capisce a livello essenziale quando un tema prende quota, quando un nome accende la discussione, quando il tono si fa più acceso o più disteso. Da qui, propone contenuti editoriali e di interazione che sono parte della diretta: la coerenza è il suo primo principio. Non si tratta di sovrapporre effetti speciali alla regia, ma di dare alla redazione uno strumento che osserva la stessa scena con una mente allenata a cogliere pattern che altrimenti sfuggirebbero nella velocità del live.

Dal punto di vista dello spettatore, l’esperienza è naturale. Durante il blocco dedicato a un tema caldo, sullo schermo compare una domanda pertinente al punto della discussione: non un sondaggio generico, ma una proposta costruita sulle parole appena pronunciate. Il pubblico risponde con il telecomando o dallo smartphone; i risultati scorrono in tempo reale, alimentando la conversazione. Alla fine del blocco arriva una piccola sintesi con i momenti salienti, e, a fine trasmissione, un highlight riassume l’intero percorso della puntata. Chi si è perso un passaggio, recupera; chi è arrivato in ritardo, rientra nel ritmo; chi vuole approfondire, trova un percorso guidato dai topic dominanti. L’obiettivo è amplificare la fruizione con intelligenza, rispettando l’identità del brand e il patto con lo spettatore.

Per la redazione, Pulse è un pannello che racconta il programma da un’angolazione nuova. I temi emergenti sono visualizzati come una timeline viva, con i picchi in corrispondenza delle svolte del dibattito; le entità più citate — persone, luoghi, organizzazioni — aiutano a mappare il campo della puntata; le reazioni del pubblico offrono un termometro di “temperatura” senza cadere nell’aneddotica. I dati non restano in un cassetto: possono alimentare dashboard esistenti e sistemi di Business Intelligence, correlando, ad esempio, i momenti più discussi con le curve di ascolto o con i KPI pubblicitari che già utilizzi. Il tutto con un sistema pensato per integrare, non per sostituire, gli strumenti del broadcaster.

È importante chiarire che Pulse non sostituisce il lavoro editoriale. Lo amplifica. Non decide al posto del conduttore, non detta il copione, non “spinge” a prescindere. È uno strumento per leggere meglio la realtà di studio, suggerire direzioni quando le dinamiche accelerano, misurare l’effetto delle scelte quando la puntata finisce. È un compagno di regia: si fa da parte quando non serve, entra in gioco quando può aggiungere chiarezza e valore. Con il tempo, questo si traduce in una redazione più consapevole dei propri punti di forza e in un pubblico che percepisce la diretta come un’esperienza condivisa, non come qualcosa di calato dall’alto. Guardando al futuro, vediamo Pulse come il tassello che consente di inventare servizi nuovi in modo responsabile. Un backstage che suggerisce in tempo reale le domande più promettenti; un Topic Ticker che aggiorna il pubblico sul filo del discorso; una copilota di secondo schermo che accompagna lo spettatore con quiz e insight sincronizzati; un radar che aiuta a preservare la brand safety quando il tono si fa spigoloso. Sono idee da costruire sulle esigenze del broadcaster tenendo ferme la qualità del racconto e la cura per chi guarda. L’innovazione non è l’effetto speciale: è l’arte di tenere il ritmo senza perdere il senso.

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